Crowdfunding… che?

Ci sono delle parole, spesso straniere, che diventano di uso comune da un giorno all’altro. E non riesci a capire come facevi a vivere prima, senza.

8661000014_cb0056d718_mUna di queste è: crowdfunding.

Oggi non c’è impresa, associazione, evento culturale o gruppo di amici che non abbia provato sulla propria pelle l’ebrezza di raccontarsi per raccogliere dei fondi. Per il crowdfunding, sostanzialmente, è questo.

Ma andiamo con ordine. Bisogna dare una definizione: da Wikipedia, “Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) o finanziamento collettivo in italiano è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.”

Questa pratica è tutt’altro che recente, ci sono stati esempi eccellenti anche nel Settecento e Ottocento. Ma, il Web e il mondo del Digital in generale ci ha messo lo zampino e infatti, come dice il Framework for European Crowdfunding, “l’ascesa del crowdfunding negli ultimi dieci anni deriva dal proliferare e dall’affermarsi di applicazioni web e di servizi mobile, condizioni che consentono a imprenditori, imprese e creativi di ogni genere di poter dialogare con la crowd per ottenere idee, raccogliere soldi e sollecitare input sul prodotto o servizio che hanno intenzione di proporre“.

Sono molte oggi le piattaforme di finanziamento collettivo, ossia siti web – spesso focalizzati su un settore specifico – che facilitano l’incontro tra la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove dei progetti e l’offerta di denaro da parte degli utenti. Tra queste: Eppela.com, Buonacausa.it, Retedeldono.it, Starteed.com… E se credete che il giro di affari sia fatto di briciole, secondo uno studio di Starteed, il totale finanziato via crowdfunding in Italia (al 2016) ammonta a € 91.790.909,63.

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